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PRESENTAZIONE
Chi siamo.
Sportello Lavoro Cirié è un servizio di ascolto, accoglienza e accompagnamento al lavoro gestita da alcuni volontari, in collaborazione con l’Unità Pastorale 25 e in sinergia con i Servizi Per il Lavoro dell’Ufficio della Pastorale Sociale del Lavoro della Diocesi di Torino.
Claudio Fumaroli, 32 anni, addetto alle Risorse Umane in primaria azienda nazionale, membro dell’Associazione Italiana Direzione del Personale. Ideatore del Progetto Labor e volontario presso lo Sportello Lavoro Ciriè.
Maria Rosaria De Simone: Infermiera Professionale in pensione e volontaria c/o Centro ascolto Caritas Ciriè.
Ersilio Troglia: Dirigente Industriale in pensione, consigliere delegato consorzio CVL, volontario c/o Centro ascolto Caritas Ciriè. L’attività pubblica svolta in questi anni (amministratore locale) ha fatto maturare buone relazioni ancora in essere con le amministrazioni comunali e enti sociali delle U.P. 24 e 25.
Concetta Tonti: Professoressa in pensione e Pedagogista iscritta all’APEI, si dedica all’insegnamento Italiano per stranieri, volontaria in biblioteca.
Cosa facciamo.
Le attività dello Sportello sono di tre tipi:
Come entrare in contatto con noi.
Sportello Lavoro Cirié c/o sala Emmaus (cortile Caritas)
Via Braccini, 4 – 10073 Ciriè (TO)
https://g.page/SportelloLavoro?share
Aperto tutti i martedì dalle 15h00 alle 17h00 e due sabati al mese dalle 10h00 alle 12h00.
(servizio attualmente sospeso a causa dell’emergenza sanitaria)
Cellulare (acceso solo negli orari di apertura dello Sportello): 351/909.31.86
Mail: lavorocaritascirie@gmail.com – labor.sanfra@gmail.com
OPPORTUNITA’ e STRUMENTI
Link:
ARTICOLI
La ricerca di lavoro ai tempi del CoViD-19
L’emergenza sanitaria in corso e le conseguenti misure restrittive imposte dalle Autorità stanno avendo un impatto fortissimo anche sull’economia e sul mondo del lavoro. È ancora presto per capire quali saranno le effettive conseguenze in termini di occupazione e crescita, ma senza dubbio possiamo sfruttare questi giorni di quarantena per prepararci al meglio.
Ecco allora che possiamo trasformare un vincolo in opportunità, usando questo tempo per rivedere e sistemare il nostro profilo professionale, on-line e off-line: approfitta di queste settimane di "inattività" per mettere a posto il tuo CV e la lettera di presentazione, seguire con cura le tue candidature on-line, iscriverti ai portali delle Agenzie per il Lavoro e alle sezioni "Lavora con noi" delle Aziende!
Un’altra attività utile è imparare cose nuove: sul web ci sono tantissimi spunti per approfondire la nostra conoscenza su software (es.: excel), lingue straniere, materie scientifiche, ecc. Si chiamano “MOOC” e sono piattaforme online gratuite dedicate all’insegnamento dei più svariati argomenti; un’alternativa sono le conferenze “TED”: video di 20 minuti su vari argomenti (ambiente, invenzioni, idee, esperienze,…) tenuti da persone più o meno note.
Le attività in presenza dello Sportello Lavoro Ciriè sono sospese, ma ci puoi trovare ai nostri recapiti on-line (lavorocaritascirie@gmail.com) e sui social @LaborSanfra.
Vuoi fare una domanda, commentare l’articolo o ricevere maggiori informazioni? Scrivimi a labor.sanfra@gmail.com
1 anno di Sportello – giovedì 27/02/2020
Lo scorso 16 febbraio lo Sportello Lavoro Ciriè ha ufficialmente compiuto il suo primo anno di vita.
In questi 12 mesi di attività abbiamo incontrato più di 80 persone: le abbiamo accolte, ascoltate e accompagnate. Abbiamo quindi cercato di fare rete con il territorio: la Città di Ciriè, i servizi sociali del CIS, gli operatori delle politiche attive, gli enti formativi e i Servizi per il Lavoro della Diocesi. Questo perché siamo profondamente convinti che il lavoro sia un “fatto sociale”, cioè riguarda tutti, giovani e adulti, occupati e studenti, liberi professionisti e aziende; solo agendo insieme, collaborando, possiamo creare una società più giusta che offra maggiori opportunità di formazione, occupazione e crescita.
Il bilancio è quindi più che positivo: al di là delle persone che hanno trovato un’occupazione, siamo orgogliosi di condividere con voi la gioia degli incontri e la consapevolezza di contribuire nel nostro piccolo a risollevare speranze e prospettive.
Senza dubbio, c’è ancora molto da fare: raggiungere quanti sono scoraggiati e inattivi, realizzare percorsi di alfabetizzazione informatica, agganciare imprenditori e aziende della zona, per dare occasioni di lavoro di prossimità a persone spesso non automunite.
Ringraziamo perciò quanti hanno dato e continuano a dare il loro piccolo contributo per le nostre attività, in primis don Alessio e la Parrocchia di Ciriè, e rinnoviamo l’invito a mettersi in contatto con noi per aiutare liberamente e gratuitamente le attività dello Sportello [Via Braccini 4, Ciriè – lavorocaritascirie@gmail.com – Apre tutti i martedì dalle 15.00 alle 17.00 e 2 sabati al mese dalle 10.00 alle 12.00].
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L’importanza della ricerca attiva. – giovedì 03/10/2019
La ricerca del lavoro è un’attività non semplice e a volte anche molto lunga, con molteplici variabili e una “concorrenza” spesso spietata! Tuttavia, un elemento che può fare la differenza è il passare dall’essere “in attesa di occupazione” all’essere “in corso di ricollocazione”.
Al di là dei termini, il vero punto consiste nel ragionare in termini proattivi, cioè di muoversi, fisicamente e mentalmente, per creare le condizioni di una nuova occupazione. Questo non significa esclusivamente visitare periodicamente le società interinali o il centro per l’impiego (attività sempre utili!), ma anche imparare a conoscere il mercato, il settore di riferimento, acquisire nuove competenze, formarsi su strumenti e attrezzature. Ad esempio, imparare (bene) una lingua straniera, seguire un corso professionalizzante, prendere la patente o certificare le proprie conoscenze tecniche rappresentano tutti elementi importanti per ampliare lo spettro della propria occupabilità.
È anche importante saper cogliere spunti, suggerimenti e stimoli da conferenze, riviste o addetti del settore, per intercettare nuove persone ed entrare in contatto con realtà altrimenti sconosciute. Se siamo interessati al giardinaggio ad esempio, ci sarà utile conoscere produttori, fornitori e clienti di questo mondo, a partire dai vivai, passando per le aziende, fino agli esperti in materia.
La ricerca attiva rappresenta quindi non soltanto l’insieme delle azioni che concretamente mettiamo in atto per cercare nuove opportunità, ma un atteggiamento “curioso”, che ci permette di uscire dalla nostra “zona di comfort” e aprirci al nuovo lavoro.
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Nella mente di un HR
Prendo spunto da una mail ricevuta da una lettrice, per affrontare un argomento che sicuramente ha riguardato chiunque si sia trovato nella ricerca di lavoro negli ultimi anni.
Una delle cose più difficili da capire, e che quindi mal sopportiamo, è il criterio adottato dai selezionatori per scegliere il candidato. Molto spesso ci sembra impossibile non essere stati scelti, nonostante il nostro profilo fosse “perfetto” per quella posizione! In realtà commettiamo alcuni errori.
Il primo è di prospettiva: noi, leggendo l’annuncio, pensiamo che il nostro CV e le nostre caratteristiche rispondano perfettamente alla ricerca, pertanto di essere il “candidato ideale”, ma la verità è che non conosciamo gli altri candidati, le loro caratteristiche e cosa hanno di diverso da noi!
Il secondo è di merito: il colloquio è un momento di confronto tra selezionatore e candidato, che non riguarda solo gli aspetti “tecnici” (esperienza, titolo di studio, competenze,…) ma anche gli aspetti caratteriali e relazionali: voi lavorereste tutto il giorno con una persona che vi sta antipatica o che ha un carattere incompatibile con il vostro?
Il terzo è di pregiudizio (in inglese bias), cioè il selezionatore, più o meno consapevolmente tende ad applicare i propri pregiudizi personali nella ricerca di candidati, valorizzando alcuni elementi in maniera non perfettamente razionale (ad esempio dando maggior peso a un’esperienza all’estero piuttosto che a un voto alto di diploma o laurea).
Solo fortuna quindi? No, anzi: la preparazione tecnica e al colloquio sono essenziali, tuttavia dobbiamo sempre ricordarci che la forma, cioè il nostro modo di presentarci e di proporci può valorizzare o danneggiare la nostra sostanza!
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Diversità di genere
Recentemente ho visto una pubblicità rivolta ai bambini sui mestieri. Curiosamente, la distinzione era molto netta: idraulico: maschio; inviata del tg: femmina, medico: maschio; carpentiere: maschio; pettinatrice: femmina; pompiere: maschio; poliziotto: maschio. Forse ingenuamente, ma il messaggio che traspariva era fortemente sessista: se sei una femmina il tuo ruolo sociale è l’inviata del tg o la pettinatrice!
Colgo l’occasione allora per affrontare un tema molto spinoso: cioè la parità di genere sia in termini di opportunità, sia in termini di stipendio.
L’Italia su questo fronte purtroppo è ancora lontana, nonostante alcune norme abbiano imposto le c.d. “quote rosa” nei CdA delle aziende, volte a favorire la maggiore rappresentatività anche in ruoli apicali.
Un tema rilevante rimane l’occupazione femminile, cioè la percentuale di donne lavoratrici: oggi è al 49,8% (meno di una su due!), ben 18 punti sotto quella maschile e 13 punti sotto la media europea.
Infine, non meno importante è il “gender-gap”, cioè la differenza tra lo stipendio di un uomo e quello di una donna a parità di ruolo ed esperienza: in Italia è del 5,6 %, cioè se un uomo guadagna 1 €/h, una donna in un’ora ne guadagna solo 0,94!
Se la prassi delle c.d. “dimissioni in bianco” è stata arginata negli ultimi anni, certamente il pregiudizio sulle donne, specialmente se giovani, e l’incapacità di cogliere nella maternità un fattore di importanza sociale oltre che personale, rappresentano ancora delle forti barriere da rompere per raggiungere una vera parità!
Non bisogna aspettare l’8 marzo per sollevare l’attenzione su questi temi, né dimenticarceli il giorno dopo!
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10 passi per cercare lavoro
Ecco un rapido prontuario su come partire nella ricerca di lavoro:
1. Fai l’elenco di tutte le filiali di agenzie interinali sul territorio e programma una visita settimanale, magari chiedendo informazioni sugli annunci che ti interessano.
2. Visita il Centro per l’Impiego più vicino, compila la Dichiarazione d’Immediata Disponibilità (DID) e consulta tutto il materiale messo a tua disposizione.
3. Fai l’elenco di tutte gli enti di formazione professionale presenti sul territorio: vai a conoscerli per scoprire se ci sono corsi di tuo interesse.
4. Vai sui siti istituzionali (Unione Industriale, Confcommercio, CNA,…) per trovare l’elenco delle aziende presenti nella tua zona: contattale per sapere se ci sono posizioni aperte.
5. Anche se ti vergogni, fai sapere ai tuoi amici e parenti che stai cercando lavoro: farsi aiutare permette a te di condividere un peso e alle persone di fare una buona azione!
6. Investi 1,50 €/gg e prenditi un caffè al bar: fai conoscenza con il titolare e quando hai confidenza digli che stai cercando lavoro, magari ti dà qualche consiglio…
7. Mentre sei al bar, consulta regolarmente gli inserti lavoro dei vari giornali (es.: TuttoAffari) per conoscere aziende, offerte, ricerche.
8. Guarda la tua dispensa o il volantino del supermercato che ti è arrivato in buca: fai l’elenco delle aziende pubblicizzate e vai a vedere dove sono e cosa cercano.
9. Partecipa a eventi, fiere e convegni sui temi di tuo interesse o sul settore in cui ti piacerebbe lavorare: lì troverai tanti professionisti da conoscere!
10. Non elemosinare mai il lavoro: ricordati che tu sei un professionista, per cui se non ci sono posizioni per te fatti dare consigli e suggerimenti su come o dove cercare il lavoro che desideri.
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Stage: opportunità o sfruttamento?
Uno dei canali di ingresso nel mondo del lavoro, soprattutto per i più giovani, è lo stage (o tirocinio). Non rappresenta un rapporto di lavoro ma un periodo di formazione in azienda, pertanto non si maturano contributi, ferie e indennità varie (malattia, TFR,…). Inoltre, per un orario di lavoro full-time (40 ore settimanali), la legge regionale prevede una retribuzione minima mensile relativamente bassa (600 €).
Queste ragioni rendono lo stage molto appetibile per le aziende, interessate a formare e conoscere una risorsa prima di assumerla, ma al tempo stesso può essere utile per il tirocinante apprendere le dinamiche del mondo del lavoro (orari, rapporti in azienda, ruoli,…) e mettere in pratica le nozioni apprese a scuola.
Questo tipo di collaborazione è quindi vincente per entrambe le parti se utilizzato in maniera congrua e orientato all’inserimento in azienda della risorsa. Purtroppo questo è l’aspetto più critico, che determina spesso forte spaesamento tra i giovani e i ricorrenti malumori sull’argomento. Da un lato, a volte vengono proposte attività ripetitive senza valore aggiunto, dall’altro vi sono aziende poco interessate a formare una risorsa, quanto piuttosto ad avere flessibilità e manodopera qualificata a basso costo.
Ci sono quindi vari strumenti in mano agli stagisti per capire quali siano le vere intenzioni dell’impresa: il primo è cercare sul web recensioni sull’azienda (es.: https://www.repubblicadeglistagisti.it/); il secondo è di approfondire in fase di colloquio quali siano sia le mansioni che ci verrà chiesto di svolgere; infine, non “accontentarsi” ma usare l’esperienza dello stage come una palestra e un’opportunità per “rubare” più lavoro possibile: essere curiosi e intraprendenti sono due qualità che non passano mai inosservate!
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