CF parrocchia Santi Giovanni Battista e Martino 83000350013


Novità & Aggiornamenti

CALENDARIO

Do 16

11,15: Cantorie riunite;16,00: S. Cresime; 17,30: incontro formativo Young 25, 20,00: riunione Young

Lu 17

19,00: Incontro per preparare Taizè; 20,45: CORSO LETTORI (Mensa Caritas)

Ma 18

20,45: INCONTRO: SUL VANGELO DI MATTEO (Diac. De Martino) ( San Giovanni)

Mer 19

20,45: ADORAZIONE EUCARISTICA DI UP (Ciriè)

Gio 20

19,30: Gr. Project

Ve 21

18,15: Gruppo Sunflower; 21,00: Corso Prematrimoniale; 21,00: CATECHESI ADULTI (S. Volto)

Sa 22

14,00: Prove Ministranti; 14,30 Oratorio Sabato;

Do 23

11,15: Conclusione Corso Prematrimoniale; 18,00: S. Messa Giubilare; 19,15: Gr. Joyful

ADORARE

Oggi voglio dirti ancora grazie

per la tua Parola di luce.

Non mi chiedi di essere curioso,

ma solo ricco della tua saggezza.

 

Non importa che finisca il mondo,

né quando, né come finirà;

importa che io sappia che quando finirò al mondo,

non finirò nel nulla.

 

Le tue braccia innamorate si tendono a me

se da giusto ora vivrò

mangiando in pace il pane sudato,

solo impegnato a lottare

per il Regno che deve venire.

 

Questa è certezza della Tua Parola,

per me, luce e speranza, nell’attesa.

Amen.

Giuseppe Sacino

VIVERE

    • Gesù ci impegna nella testimonianza e nella perseveranza. Non si tratta di lasciar trascorrere un certo lasso di tempo, ma di affrontare le tribolazioni con «pazienza», nel senso più attivo del termine, «sopportare» le prove, «resistere» al pericolo dello scoraggiamento e dell'apostasia nel lungo cammino verso il Regno. Gesù ci assicura: «Io vi darò…».
    • La piccola ma preziosa virtù della speranza in questa settimana che prepara il consuntivo dell'anno liturgico, ci renda esperti nell'arte dell'impaziente pazienza del cristiano, sicuri di ottenere il dono supremo ed ultimo della salvezza da colui il cui nome è «Salvatore», la cui missione è salvifica (cf Mc 10,45), la cui passione è cercare per salvare (cf Lc 15,1-7).
    • Paolo ci prospetta come modello di operosa attesa del Signore di verificare questi comportamenti:
    • bando all'ozio non solo perché esso è padre dei vizi, ma anche e soprattutto perché esso indebolisce i rapporti di carità fraterna e demotiva l'attesa escatologica;
    • bando ad ogni forma di parassitismo sociale ed ecclesiale perché chi vive a spese degli altri semina discordia e non collabora a quella reciproca edificazione che è il segreto della comunione ecclesiale (cf 1 Cor 10,14‑33);
    • bando ad ogni genere di disordine (cf ancora 1 Cor 14,33: «Dio infatti non è un Dio di disordine, ma di pace») che tradisce mancanza di fiducia in Dio ed esasperata concentrazione sulle proprie forze, e spesso scatena una ricerca passionale di successo, oltre a travolgere gli altri, soprattutto i più deboli, nel vortice della violenza.
    • Oggi il «martirio» si manifesta in forme tanto diverse dal passato, esse vanno comprese e sostenute per rispondere positivamente alla parola di Gesù. Forse ce ne sono anche nella nostra vita. Un ragazzo, una ragazza che in fedeltà alla legge di Dio vogliono giungere casti al loro matrimonio rischiano di trovarsi isolati e considerati quasi anormali perché, si dice, «tutti oggi fanno diversamente». Una coppia di sposi che abbia una famiglia numerosa rischia di essere guardata con senso di compatimento da chi accetta un figlio, al massimo due. Chi propone la scelta preferenziale dei poveri può sentirsi accusare di pauperismo. Ma è anche possibile, nell'attuale polemica sull'immigrazione, come cattolici essere accusati di «buonismo», se in un giusto ordine sociale si affermano e difendono i diritti umani degli immigrati…
    • Ci sono nella vita delle ore nelle quali tutto sembra perduto. Aggrappiamoci a Dio e teniamoci saldi. Mai nessuno, che ha posto la sua fiducia in Dio, è stato deluso.
    • Quali che siano i nostri doveri professionali, dobbiamo sempre compierli con coscienza. Lavorare significa collaborare col Signore per compiere la sua opera.
    • «Bisogna rinnovarsi sull'altare che Dio ci ha offerto» (Benedetta Bianchi Porro).
      • Come cristiani viviamo l’attesa degli ultimi tempi:

                  non nella paura ma nel desiderio del sorgere del «sole di giustizia», sicuri che «verrà e non tarderà»; lavorando con impegno perché questa giustizia «venga presto» anche per il nostro contributo.

    XXXIII DOMENICA T. ORDINARIO: 

    16 Novembre

    Dal Vangelo secondo Luca 21,5-19

    In quel tempo, mentre alcuni parlavano del tempio, che era ornato di belle pietre e di doni votivi, Gesù disse: «Verranno giorni nei quali, di quello che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta». Gli domandarono: «Maestro, quando dunque accadranno queste cose e quale sarà il segno, quando esse staranno per accadere?». Rispose: «Badate di non lasciarvi ingannare. Molti infatti verranno nel mio nome dicendo: “Sono io”, e: “Il tempo è vicino”. Non andate dietro a loro! Quando sentirete di guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate, perché prima devono avvenire queste cose, ma non è subito la fine». Poi diceva loro: «Si solleverà nazione contro nazione e regno contro regno, e vi saranno in diversi luoghi terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandiosi dal cielo. Ma prima di tutto questo metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e governatori, a causa del mio nome. Avrete allora occasione di dare testimonianza. Mettetevi dunque in mente di non preparare prima la vostra difesa; io vi darò parola e sapienza, cosicché tutti i vostri avversari non potranno resistere né controbattere. Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e uccideranno alcuni di voi; sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto. Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita».

    rifletti - commento

    “IL” FINE DEL MONDO

    Dov’è la buona notizia in questo Vangelo di catastrofi, apocalittico ed estremo?

    Siamo davanti al racconto di ciò che è accaduto in ogni tempo, e che oggi si ripete: guerre ovunque, violenza, arroganza, aria acqua terra avvelenati. Siamo sul crinale ripido della storia, in equilibrio alla ricerca di una traccia: da un lato il versante oscuro della violenza; dall’altro la tenerezza che salva, una terra di pace dove “neppure un capello” andrà perduto. E capiamo che il vangelo non parla della fine del mondo, ma del mistero del mondo; non la fine, ma il fine del nostro mondo.

    Dobbiamo ascoltare il ritmo e il respiro ultimo di queste parole:

    • quando sentirete parlare di guerre, non vi spaventate, non è la fine;
    • sarete traditi e uccisi, ma nemmeno un vostro capello andrà perduto;
    • vi saranno segni nel sole, nella luna, nelle stelle: ma voi alzate il capo, perché la liberazione è vicina.

    Ad ogni descrizione di dolore segue un punto di rottura, e tutto cambia.

    E questo succede ogni volta che mi prendo cura di un pezzetto della mia terra e delle sue ferite. A partire dal mio piccolo metro quadrato. Esagerato? Sì, ma così bello. Il niente dei capelli usato da Gesù per dire che qualcuno ti vuole bene fibra dopo fibra, che nulla è insignificante per chi ti ama. Salvare vuol dire conservare. E il credente sa che, per la Risurrezione di Cristo, non va perduto nessun frammento d’uomo; nessun atto d’amore, nessuna generosa fatica, nessuna dolorosa pazienza.  Sulla terra intera, come nel mio piccolo campo, imperano menzogna e violenza. E io, cosa posso fare? Usare la strategia del contadino. Rispondere alla grandine piantando nuovi vigneti, e per ogni raccolto perduto oggi prepararne un altro per domani. Seminare e attendere, vegliando sulla vita che nasce. E perseverare, andando fino in fondo a un’idea, a un’intuizione, a un servizio, e sfociando così nella verità della vita: ogni atto umano totale ti avvicina all’assoluto di Dio. Mi rimane scolpita l’ultima riga: Ma voi, risollevatevi.

    Quel “ma” è come una resistenza, un’opposizione a tutto ciò che sembra vincere. In piedi, a testa alta, occhi al cielo, liberi e profondi: così vede i discepoli il vangelo. Verranno giorni nei quali non sarà lasciata pietra su pietra. Non c’è nessuna cosa terrena che sia eterna. Ma l’uomo sì, è eterno. È meglio che tutto crolli, comprese le chiese più belle, piuttosto che crolli un solo uomo, questo dice il vangelo. Ma quando il Signore verrà, troverà ancora fede sulla terra?

    Sì. Io credo di sì. Non dice: troverà ancora parrocchie, unità pastorali, diocesi, ma fede. Troverà quelli che credono che l’amore e la bellezza sono più forti della cattiveria, che la giustizia è più sana del potere. Quelli che credono che, nonostante tutte le smentite, questa storia non finirà nel caos o nel nulla, ma in un abbraccio. Un abbraccio che ha nome ‘Dio’. p. Ermes, Ronchi

    CONFRONTARE

    • La vera pazienza consiste nel sopportare vigorosamente le avversità, con animo equo e nel non lasciarsi prendere da alcun rancore davanti a chi provoca il male. (S. Beda il Venerabile)
    • Sulla terra non bisogna attaccarsi a nulla, neppure alle cose più semplici e innocenti, perché ci vengono a mancare quando meno ci si pensa. Non c’è che l’eterno che ci può contentare. (S. Teresa di Gesù Bambino)
    1.  

    PROPOSTE SPIRITUALI

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    Catechesi Giovani: Vedere la Parola

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    Dalla Comunita'

    La nostra chiesa di San Giovanni è stata eletta dal Cardinale Arcivescovo Chiesa Giubilare, quindi meta di pellegrinaggi giubilari, luogo per ricevere indulgenze (condizioni su riportate nei documenti); luogo di accoglienza delle Confessioni; luogo di Celebrazione Quotidiana della Messa; luogo di Adorazione e Preghiera

    Ringraziamo per questa scelta e ci impegniamo a rendercene degni

    E' Nato il Coro Giovani

    Ritrovo tutti I LUNEDI' ALLE 21,00

    in Chiesa San Giovanni

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