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CALENDARIO

ADORARE

  • Efficacia della Parola

    Ti ringraziamo, Signore, perché la tua Parola,

    pronunciata duemila anni fa,

    è viva ed efficace in mezzo a noi.

    Riconosciamo la nostra impotenza e incapacità

    a comprenderla e a lasciarla vivere in noi.

    Essa è più potente

    e più forte delle nostre debolezze,

    più efficace delle nostre fragilità,

    più penetrante delle nostre resistenze.

    Per questo ti chiediamo

    di essere illuminati dalla Parola

    per prenderla sul serio

    ed aprire la nostra esperienza

    a ciò che ci manifesta,

    per darle fiducia nella nostra vita

    e permetterle di operare in noi

    secondo la ricchezza

    della sua potenza.

    Madre di Gesù,

    che ti sei affidata senza riserva,

    chiedendo che avvenisse in te

    secondo la Parola che ti era detta,

    donaci lo spirito di disponibilità

    perché possiamo ritrovare

    la verità di noi stessi.

    Carlo M. Martini

CONFRONTARE

  • Che cosa ha un ricco se non ha Dio? Che cosa non ha un povero se ha Dio? (S. Agostino).
  • Che cos’è che ci distrae dal cercarti, o Signore, come la sposa per le vie e per le piazze? Ah, che tutto è illusione nel mondo se non ci aiuta a fare questo! Anche se i suoi piaceri, ricchezze e godimenti durassero per sempre, e fossero tanto numerosi da superare ogni immaginazione, non sarebbero che sterco e schifezza, paragonati ai tesori che si hanno a godere senza fine. Eppure, nemmeno questi possono reggere al paragone di possedere te, Signore di tutti i tesori del cielo e della terra (S. Teresa di Gesù).
  1.  

VIVERE

  • Questa settimana, quando in famiglia leggiamo il vangelo, manifestiamo il nostro amore alla Parola baciando il vangelo, come fa il sacerdote durante la Messa.
  • Esaminiamoci se siamo attaccati alla cose e vediamo se siamo capaci di rinunciare a quelle che rischiano di distrarci dal seguire Gesù.
  1.  

XXVIII DOMENICA TEMPO ORDINARIO: 13 Ottobre

Dal Vangelo secondo Marco 10,17-30

In quel tempo, mentre Gesù andava per la strada, un tale gli corse incontro e, gettandosi in ginocchio davanti a lui, gli domandò: «Maestro buono, che cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna?». Gesù gli disse: «Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, se non Dio solo. Tu conosci i comandamenti: “Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso, non frodare, onora tuo padre e tua madre”». Egli allora gli disse: «Maestro, tutte queste cose le ho osservate fin dalla mia giovinezza». Allora Gesù fissò lo sguardo su di lui, lo amò e gli disse: «Una cosa sola ti manca: va’, vendi quello che hai e dallo ai poveri, e avrai un tesoro in cielo; e vieni! Seguimi!». Ma a queste parole egli si fece scuro in volto e se ne andò rattristato; possedeva infatti molti beni.  Gesù, volgendo lo sguardo attorno, disse ai suoi discepoli: «Quanto è difficile, per quelli che possiedono ricchezze, entrare nel regno di Dio!». I discepoli erano sconcertati dalle sue parole; ma Gesù riprese e disse loro: «Figli, quanto è difficile entrare nel regno di Dio! È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio». Essi, ancora più stupiti, dicevano tra loro: «E chi può essere salvato?». Ma Gesù, guardandoli in faccia, disse: «Impossibile agli uomini, ma non a Dio! Perché tutto è possibile a Dio».  Pietro allora prese a dirgli: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito». Gesù gli rispose: «In verità io vi dico: non c’è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi per causa mia e per causa del Vangelo, che non riceva già ora, in questo tempo, cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a persecuzioni, e la vita eterna nel tempo che verrà».

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UGUALE A FIORIRE

Il vangelo si apre con una corsa verso Gesù: un tale gli corse incontro.

Come chi ha fretta, chi è in ritardo e ha fame. E non sa che sta per affrontare un grande rischio: interroga Gesù per sapere la verità su se stesso, e non sarà capace di sopportarla. Grande rischio, ma anche grande fortuna, se qualcuno scoperchia il pozzo della nostra vita e ci mostra chi siamo davvero.

Maestro buono, è vita o no, la mia? Domanda grandiosa. Tutta la bibbia ruota attorno a questo: sapere cosa è vita e cosa no.

È un appassionato, questo giovane, è uno convinto, ci crede. E incanta Gesù, quando risponde: ‘tutto questo che dici l’ho sempre osservato. Ma non mi ha riempito la vita’. Vive quella beatitudine che conosciamo tutti, dolce e amara, ma generativa: “Beati gli insoddisfatti, gli inquieti, perché diventeranno cercatori di tesori”. Ora il giovane fa un’esperienza da brivido, sente su di sé lo sguardo di Gesù, incrocia i suoi occhi amanti, può naufragarvi dentro: Gesù fissò lo sguardo su di lui e lo amò. Per Gesù guardare e amare sono la stessa cosa. E se io dovessi continuare il racconto direi: adesso gli va dietro, adesso subisce l’incantamento del Signore, non resiste a quegli occhi.

Invece la conclusione del racconto va nella direzione che non ti aspetti: “Una cosa ti manca, va’, vendi, dona ai poveri…”  Come i veri maestri Gesù risponde alzando l’asticella, creando visioni nuove, donando ali perché quel ragazzo possa volare più alto e più lontano.  Vuoi vivere davvero? Sappi che la tua vita non è garantita dal tuo patrimonio economico, ma dal tuo patrimonio relazionale.

E poi vieni con me: mettiamo in tavola la vita. E lo facciamo per amore dei poveri, non della povertà. L’ideale del maestro di Nazaret non è un pauperismo che basta a se stesso, ma riempire di volti e di nomi il cuore di ognuno. Prima le persone, dopo le cose.  Nel vangelo offre due sole regole circa i beni materiali, semplicissime e rivoluzionarie. Primo, non accumulare. Secondo, quello che hai è per condividere. Quanto basta a capovolgere la direzione della vita.

Le bilance della felicità pesano sui loro piatti la valuta più pregiata dell’esistenza: dare e ricevere segni d’amore.  Seguire Cristo non è un discorso di sacrifici, ma di moltiplicazione: lasciare tutto ma per avere tutto. Infatti il vangelo continua: Pietro allora prese a dirgli: Signore, ecco noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito, cosa avremo in cambio?  Avrai in cambio cento volte tanto, avrai cento fratelli e un cuore moltiplicato. Il vangelo non è rinuncia, se non della zavorra che impedisce il volo, la bella notizia è una addizione di vita.

Chi prova a farlo, solo per frammenti certo, può dire:

“con gli occhi nel sole/
a ogni alba io so/
che rinunciare per te/
è uguale a fiorire” (M. Marcolini).      (Ermes Ronchi)

Dalla Comunita'

Da Ottobre 2024

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