Rallegratevi nel Signore!
Non siate tristi come quelli
che non hanno speranza.
Non siate rassegnati come quelli
che non hanno futuro.
Rallegratevi nel Signore!
Non siate angustiati come quelli
che contano solo su se stessi.
Non siate ostili come quelli
che non hanno imparato ad amare.
Rallegratevi nel Signore!
Sia nota a tutti l'affabilità
con cui sapete accogliere tutti,
senza guardare al colore della pelle,
Rallegratevi nel Signore!
Siate pronti alla lode
e al ringraziamento,
e la vostra supplica
sia piena di fiducia.
Dio, il Padre, vi ascolta,
e conosce i vostri bisogni.
Rallegratevi nel Signore!
La pace abiti le vostre case,
e custodisca i vostri cuori.
Siano limpidi i vostri giudizi,
saggi i vostri pensieri.
L'Evangelo ispiri le vostre scelte.
III DOMENICA D'AVVENTO:
15 Dicembre
Dal Vangelo secondo Luca 3,10-18
In quel tempo, le folle interrogavano Giovanni, dicendo: «Che cosa dobbiamo fare?». Rispondeva loro: «Chi ha due tuniche, ne dia a chi non ne ha, e chi ha da mangiare, faccia altrettanto».
Vennero anche dei pubblicani a farsi battezzare e gli chiesero: «Maestro, che cosa dobbiamo fare?». Ed egli disse loro: «Non esigete nulla di più di quanto vi è stato fissato».
Lo interrogavano anche alcuni soldati: «E noi, che cosa dobbiamo fare?». Rispose loro: «Non maltrattate e non estorcete niente a nessuno; accontentatevi delle vostre paghe».
Poiché il popolo era in attesa e tutti, riguardo a Giovanni, si domandavano in cuor loro se non fosse lui il Cristo, Giovanni rispose a tutti dicendo: «Io vi battezzo con acqua; ma viene colui che è più forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. Tiene in mano la pala per pulire la sua aia e per raccogliere il frumento nel suo granaio; ma brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile».
Con molte altre esortazioni Giovanni evangelizzava il popolo.
E TANTO BASTA
Solo ogni tre anni, purtroppo, ritornano le parole straordinarie del piccolo e sconosciuto profeta Sofonia: Dio è felice. Felice per te.
Ogni volta la stessa emozione: esulterà di gioia per te! Esultare è il verbo della danza. Il profeta intuisce la danza dei cieli, come quella di Davide davanti all’Arca, come Miram col tamburello al mar Rosso; come Giovanni nel grembo di Elisabetta, come Maria nel Magnificat. Tutt’intorno a te, la danza di Dio. Che crea.
Va da lui tanta gente: da Gerusalemme ci volevano giorni di cammino. Cosa cercano? Le loro domande sono precise, serie: che cosa dobbiamo fare? A quale gancio concreto appendere la vita? E le risposte sono chiare e serene; indicano piccole scelte possibili a tutti. La prima: chi ha due tuniche ne dia una a chi non ne ha, e chi ha da mangiare ne dia a chi ne è privo. L’economia dell’accumulo sostituita dall’economia del dono, lo shopping convertito in condivisione. “La conversione passa per le tasche” (Papa Francesco).
Ed entrano in scena i più amati da Luca, i poveri, quelli “che non hanno”.
Il vero problema del mondo non sono i poveri, ma i ricchi. Da loro viene il disordine: c’è abbastanza pane per tutti sulla terra, e manca per l’avidità di pochi.
A tutti il profeta ripete: hai un capitale, sono i poveri! Hai un tesoro, non sono BOT o Fondi, ma “quelli che non hanno”. Investi in relazioni, sono il tuo patrimonio. La seconda: Non esigete nulla più di quanto vi è stato fissato.
Allora, applicherò semplicemente l’onestà. Non quella degli altri, ma la mia, l’unica in mio potere. E a chi ha ruoli di autorità: non maltrattate e non estorcete niente a nessuno. Non approfittate della posizione per umiliare; non abusate della vostra forza per maltrattare o per far piangere. Giovanni, mangiatore di insetti, di una ascesi quasi feroce, non chiede niente di straordinario agli altri, non dice “lascia tutto e seguimi nel deserto”, ma indica cose fattibili, a chiunque: non tenere tutto per te; non stringere le mani ad artiglio su ciò che hai; non rubare, non passare nel mondo da predatore e abusatore. La conclusione è potente: Viene uno più forte di me e vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. Lui “voce come rombo che grida nel deserto” fa un passo di lato, indica un Gesù più forte, e non perché si impone, ma perché parla al cuore. Sussurra, e tu lo segui. E’ il più forte perché è l’unico che “battezza nel fuoco”, uno che ha acceso milioni di vite e le ha rese felici. Questo fa di lui il più forte. E il più amato. In questi pochi giorni che mancano al Natale, alziamo lo sguardo! A testa alta, per vedete il sorriso e la danza di Dio. Per saperci amati, da quel fuoco, e tanto ci basta. (P. Ermes Ronchi)
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