CF parrocchia Santi Giovanni Battista e Martino 83000350013


Novità & Aggiornamenti

CALENDARIO

ADORARE

Il deserto fiorirà

Signore Gesù,

certe volte mi sembri strano.

Tu ascendi al cielo dal Padre tuo

e mandi noi nel mondo

ad evangelizzare,

a dire a tutti con la parola

e con la vita

che Dio è Padre,

che tu ci ami,

che siamo figli di Dio,

che siamo fratelli tra noi.

Dire tutto questo a quelli che vivono

come se tu non esistessi

è veramente difficile.

A volte mi sento incapace.


Signore Gesù, te lo dico sul serio,

sei un Dio veramente scomodo.

 

Tu mi prometti la forza dello Spirito,

ed io ti dico: «Eccomi, manda me».

Quello che conta non è aver successo,

ma testimoniare l’amore e il perdono.

Basta seminare un sorriso,

una stretta di mano,

un po’ di preghiera

e il deserto, prima o poi, fiorirà.

Antonio Merico

VIVERE

  • L'Ascensione prospetta la meta finale della nostra vita terrena: nell'apparente grigiore del quotidiano è ormai posta una luce, ed ha fondamento la speranza di «entrare anche noi nel santuario» (2ª lettura).
  • Con l'Ascensione Gesù non è più presente visibilmente. Da allora la sua presenza e la sua azione continuano nel mondo attraverso di noi. Sorretti dalla «forza che viene dall'alto», ci sono affidati i compiti di predicare «fino ai confini della terra» e di «instaurare il regno»…
  • «Mi sarete testimoni…»: verifichiamo la nostra testimonianza in mezzo ai fratelli e in famiglia.
  • «Manteniamo senza vacillare la professione della nostra speranza…» (2ª lettura)
  • : di fronte alle tensioni quotidiane come ci comportiamo, sappiamo guardare a Cristo e vivere nella speranza certi che lui sta operando in mezzo a noi?
  • Gli apostoli «tornarono a Gerusalemme con grande gioia; e stavano sempre nel tempio lodando Dio»: la gioia è dono di Gesù, ed è premessa e sostegno per una preghiera semplice ed «eucaristica», cioè di lode e ringraziamento a Dio.
  • Invochiamo lo Spirito Santo per prepararci a riceverlo, chiediamo che Gesù lo doni ai ragazzi cresimandi, che scenda sulle persone sfiduciate a dare gioia e nuove prospettive di vita… Impegniamoci a conoscerlo e a farlo conoscere.
  1.  

ASCENSIONE DEL SIGNORE: 1° GIUGNO

Dal Vangelo secondo Luca 24,46-53

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni. Ed ecco, io mando su di voi colui che il Padre mio ha promesso; ma voi restate in città, finché non siate rivestiti di potenza dall’alto».

Poi li condusse fuori verso Betània e, alzate le mani, li benedisse. Mentre li benediceva, si staccò da loro e veniva portato su, in cielo. Ed essi si prostrarono davanti a lui; poi tornarono a Gerusalemme con grande gioia e stavano sempre nel tempio lodando Dio.

rifletti - commento

UN CORPO ASSENTE

La "Chiesa in uscita" inizia su quell'altura, col chiedere agli apostoli un cambio di sguardo. Devono passare da un gruppo che mette se stesso al centro, ad una Chiesa al servizio dell'uomo, della vita, di ciò che conta davvero, della Casa comune e dei figli che verranno. Ascensione: con Cristo anche noi a cercare un crocevia tra terra e cielo, una fessura aperta sull'oltre, su ciò che dura al di là del tramonto: sapere che il nostro amare non è inutile ma sarà raccolto goccia a goccia, come olio sacro e prezioso. “E alzate le mani li benediceva, e veni­va portato su, in cielo”. L'ultima imma­gine di Gesù sono le sue ma­ni alzate a benedire. Sua parola definitiva che ci raggiunge tutti, una in-finita, mai finita benedizione che si stende sulla storia, sul pane e sulle pietre, sull'uomo che cade e su chi è ferito, ad assicurare che la vita è più forte delle sue ferite. Il mondo lo ha rifiutato e ucciso, e lui lo benedice. L'ascensione non è una vittoria sulla forza di gravità, Gesù non è salito verso l'alto, è ‘asceso' nel profondo degli esseri, è ‘disceso' nell'intimo del creato e delle creature. Lui ha preso dimora nel profondo del creato, nel rigore della pietra come nella musica delle costellazioni: spostamento del cuore, non del corpo.

Con il suo corpo assente sottratto agli sguardi e al nostro avido toccare, inizia la nostalgia del cielo; non lo possiamo toccare, non lo possiamo trattenere come Maria quel giorno al sepolcro, perché lui deve andare all'essenziale.

Il Maestro lascia la terra con un fallimento, se giudicato coi numeri: delle folle osannanti rimangano solo undici uomini impauriti e poche donne tenaci e coraggiose. Ma lui sa che nessuno di loro lo dimenticherà, è la sola garanzia di cui ha bisogno, per affidare loro il suo vangelo e il suo sogno. “Ho amato ogni cosa con l'addio” (Marina Cvetaeva). Mentre li benediceva si staccò da loro e veniva portato su, in cielo. Gesto prolungato, a indicare una benedizione mai terminata, che galleggia ancora alta sul mondo e vicinissima a me. Una benedizione ha lasciato il Signore; una parola bella su noi. Perché si benedice chi ci ha fatto del bene. E io, quale bene ho fatto a Dio? Eppure egli benedice i miei sandali rotti e i miei percorsi malandati.

Luca conclude il suo vangelo a sorpresa: i discepoli tornarono a Gerusalemme con grande gioia. Invece d'essere tristi perché se ne andava il loro amico, sentono dentro un amore che abbraccia l'universo, e ne sono felici: finalmente hanno capito. La "Chiesa in uscita" inizia su quell'altura, col chiedere agli apostoli un cambio di sguardo. Devono passare da un gruppo che mette se stesso al centro, ad una Chiesa al servizio dell'uomo, della vita, di ciò che conta davvero, della Casa comune e dei figli che verranno. Benedici anche me, Signore, che sto imparando, che sto qualche volta camminando, come loro, su sandali di gioia.

CONFRONTARE

  • Solleviamo gli occhi della mente a quell’altezza nella quale Cristo si trova. I desideri terreni non aggravino più gli animi invitati all’alto. (S. Leone Magno)


  • Pretendere di entrare in cielo senza prima entrare in noi stessi per conoscerci meglio e considerare la nostra miseria, per vedere il molto che dobbiamo a Dio e il bisogno che abbiamo della sua misericordia, è una vera follia. (S. Teresa di Gesù)
  1.  

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1° Giugno 2025

Catechesi Giovani: Vedere la Parola

Convegno interdiocesano Unitario Diffuso

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La nostra chiesa di San Giovanni è stata eletta dal Cardinale Arcivescovo Chiesa Giubilare, quindi meta di pellegrinaggi giubilari, luogo per ricevere indulgenze (condizioni su riportate nei documenti); luogo di accoglienza delle Confessioni; luogo di Celebrazione Quotidiana della Messa; luogo di Adorazione e Preghiera

Ringraziamo per questa scelta e ci impegniamo a rendercene degni

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